Cos’è la circular economy di cui si sente tanto parlare? Il termine definisce un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera; quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera. Questo impianto economico è in grado di ridurre qualsiasi tipo di spreco perché incentrato su un costante riuso e riciclo di qualsiasi materiale e risorsa.
Con l’economia circolare si parla di un uso e reintegrazione di ogni risorsa. Ciascun ciclo produttivo deve essere rivisto e adattato a questa nuova modalità. I principi base partono dalla progettazione ecosostenibile. Il prodotto deve essere pensato e progettato avendo ben chiaro come potrà essere impiegato in un secondo momento. Quindi dovrà avere caratteristiche tecniche che ne consentano il recupero.
I prodotti devono essere modulari e versatili di modo che siano sempre adattabili a qualsiasi condizione d’impiego. Le energie prodotte da fonti rinnovabili alla base per abbandonare in tempi rapidi i combustibili fossili. Inoltre è necessario un approccio olistico, ponendo attenzione all’intero sistema di produzione. Il recupero e riuso è fondamentale. Le materie prime vergini devono essere sostituite con materie prime seconde provenienti da azioni di recupero atte a preservarne la qualità.
Realizzare dei sistemi produttivi che si basano sull’economia circolare non solo è possibile, ma è una strategia efficace. La circolarità vuol dire riuscire a garantire una produttività infinita grazie al costante riciclo e riuso di qualsiasi materiale. Sul lungo termine la circular economy può aiutare nella realizzazione di un futuro migliore sia per l’ambiente che per le nostre abitudini, tornando a un consumo attento delle risorse e del tempo.