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Fast fashion: gli italiani e l’abbigliamento usa e getta, tra consumi sfrenati e impatto ambientale

Acquisti online di fast fashion: un fenomeno in crescita tra gli italiani

Negli ultimi anni, il fast fashion, caratterizzato da capi di abbigliamento a basso prezzo e con un ciclo di vita brevissimo, ha conquistato una fetta importante del mercato italiano, soprattutto tra i più giovani.

I dati parlano chiaro: secondo una ricerca di Confcommercio, nel 2023 il 65% degli italiani ha acquistato almeno un capo di abbigliamento da un sito di fast fashion, con una spesa media di 50 euro a persona.

Quali sono i prodotti più acquistati?

Tra i prodotti più gettonati troviamo:

  • T-shirt: a prezzi irrisori, spesso inferiori ai 10 euro, le t-shirt rappresentano il capo must-have del fast fashion.
  • Jeans: anche i jeans sono molto popolari, con modelli che cambiano continuamente per seguire le ultime tendenze.
  • Vestiti: dai mini abiti agli abiti da sera, il fast fashion offre un’ampia varietà di vestiti a prezzi accessibili.
  • Accessori: borse, scarpe, cappelli e bijoux completano il look fast fashion, spesso con materiali di bassa qualità e destinati a durare poco tempo.

L’Unione Europea contro il fast fashion: il caso Shein

L’impatto ambientale del fast fashion è ormai sotto gli occhi di tutti. La produzione di capi a basso prezzo avviene spesso in condizioni di sfruttamento dei lavoratori e con un elevato consumo di risorse naturali. Inoltre, i capi di abbigliamento usa e getta finiscono spesso nelle discariche o negli inceneritori, rilasciando sostanze inquinanti nell’ambiente.

L’Unione Europea è consapevole dei problemi causati dal fast fashion e sta prendendo provvedimenti per contrastarlo. Un esempio è il recente caso di Shein, uno dei colossi del fast fashion cinese, sanzionato dall’Autorità Garante per la Concorrenza del Mercato per pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole.

Cosa possono fare le piccole imprese per contrastare il fast fashion?

Le piccole imprese del settore moda possono contrastare il fast fashion proponendo un’alternativa più sostenibile e consapevole. Ecco alcune idee:

  • Promuovere la moda sostenibile: utilizzare materiali ecocompatibili, ridurre l’impatto ambientale della produzione e valorizzare la filiera locale.
  • Offrire prodotti di alta qualità: capi di abbigliamento ben fatti e destinati a durare nel tempo, piuttosto che capi usa e getta.
  • Puntare sulla trasparenza: comunicare ai clienti la provenienza dei materiali, le condizioni di lavoro e l’impatto ambientale della produzione.
  • Creare un legame con i clienti: fidelizzare i clienti attraverso un’esperienza di acquisto personalizzata e un servizio clienti impeccabile.
  • Creare le proprie piattaforme online: In Italia esiste ancora un largo margine di mercato per le aziende che non hanno ancora fatto il proprio ingresso nel mondo dell’ecommerce.

Conclusioni

La lotta al fast fashion è una sfida importante che richiede l’impegno di tutti: istituzioni, imprese e consumatori. Scegliendo di acquistare in modo consapevole e sostenibile, possiamo dare il nostro contributo per un futuro più verde e rispettoso dell’ambiente. Le piccole imprese del settore moda, proponendo un’alternativa valida al fast fashion, possono giocare un ruolo fondamentale in questo cambiamento.

Categories: Economia e Finanza
Redazione Milano: