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A Milano nasce “Casa Cuore di bimbi”, un rifugio per le famiglie dei piccoli pazienti cardiopatici

Il futuro ha gli occhi di un bambino che si sveglia dopo una delicata operazione al cuore. È con questa immagine che prende vita “Casa Cuore di bimbi”, il nuovo progetto della Fondazione Mission Bambini ETS, che sorgerà all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano per accogliere le famiglie dei piccoli ricoverati nel reparto di Cardiochirurgia Pediatrica. Famiglie che arrivano da ogni parte d’Italia, ma anche da Paesi dove le cure mediche sono un privilegio per pochi.

L’iniziativa si inserisce nel programma ventennale “Cuore di bimbi”, lanciato dalla Fondazione nel 2005 per dare una speranza ai bambini affetti da gravi cardiopatie nei Paesi in via di sviluppo. In vent’anni, grazie al lavoro di medici volontari, oltre 2.800 bambini sono stati operati, più di 34mila le visite mediche effettuate, in 12 Paesi tra Africa, Asia ed Europa.

A inaugurare simbolicamente l’inizio dei lavori della nuova struttura, è stata la mostra fotografica “Storie di speranza in 20 scatti”, allestita all’interno del Blocco Nord dell’Ospedale e aperta al pubblico fino a settembre. Una galleria intensa, che attraverso i volti e gli sguardi dei piccoli pazienti racconta il senso profondo del progetto: offrire cure, ma anche dignità, futuro, vita.

Una casa dentro l’ospedale

“Casa Cuore di bimbi” sarà molto più di un alloggio temporaneo. Sarà un luogo sicuro e accogliente per genitori e fratelli che accompagnano il lungo percorso ospedaliero dei piccoli pazienti. Sorgerà proprio accanto al reparto di Cardiochirurgia Pediatrica del Niguarda, con 200 metri quadrati attrezzati per rispondere ai bisogni quotidiani delle famiglie: tre camere da letto con bagno privato, una lavanderia, una cucina, un soggiorno e una grande area gioco per i bambini. Sarà aperta 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, e potrà ospitare gratuitamente chi non ha le risorse per sostenere un soggiorno a Milano.

«L’idea di costruire questa casa nasce direttamente dall’esperienza sul campo», spiega Stefano Oltolini, Direttore Generale della Fondazione. «Negli anni, abbiamo accolto in Italia molti bambini provenienti da Paesi come Albania, Kosovo, Zimbabwe, dove mancano strutture sanitarie adeguate. Molti di loro sono stati operati proprio al Niguarda. Le loro famiglie, però, hanno dovuto affrontare grandi disagi economici e logistici per stare loro accanto. Lo stesso vale per tante famiglie italiane che arrivano da fuori Milano: solo qui al Niguarda, ogni anno vengono ricoverati circa 4.000 bambini, e il 35% proviene da fuori città».

Ad accompagnare i genitori ci saranno anche volontari della Fondazione, mediatori culturali e psicologi, per offrire un supporto umano e concreto in un momento tanto delicato.

“Cuore di bimbi”: un programma che salva vite

«Nei Paesi occidentali – sottolinea l’ingegner Goffredo Modena, fondatore e presidente della Fondazione – le cardiopatie congenite vengono diagnosticate precocemente e trattate con successo. In molti Paesi a basso reddito, invece, la carenza di medici e strutture impedisce di salvare vite». Ed è proprio in questi contesti che interviene la Fondazione, con missioni chirurgiche e di screening e con programmi di formazione per gli operatori sanitari locali.

Il 2025 vedrà la realizzazione di 10 nuove missioni in tutto il mondo, con l’obiettivo di effettuare oltre 100 interventi chirurgici e visitare migliaia di bambini. «Siamo appena rientrati da una missione in Uganda – racconta il dottor Stefano Marianeschi, responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica al Niguarda – dove in una sola settimana abbiamo operato con successo 9 bambini. È questo il senso del nostro lavoro: essere dove serve, nel momento in cui serve».

Fotografie che parlano al cuore

A rendere visibile l’impatto del progetto, la mostra “Storie di speranza in 20 scatti” – realizzata con creative-farm.it, curata da Simone Durante e Anna Morali – offre uno sguardo ravvicinato sulle storie di chi ha affrontato il viaggio della speranza. «Ogni ritratto racconta una storia di resilienza, di coraggio e, soprattutto, di un futuro possibile», ricorda Modena. «Attraverso questa esposizione vogliamo condividere con tutti ciò che per noi è più importante: vite salvate, bambini che possono tornare a sorridere, famiglie che possono tornare a sperare».

Redazione Milano: