Ansia, sonno e performance mentale: tre dimensioni che si intrecciano nella vita quotidiana e, per chi fa sport, anche in partita. Un nuovo lavoro dei ricercatori della Harvard Medical School, svolto al McLean Hospital e pubblicato su Biomedicines nell’agosto 2025, porta un tassello importante a questo quadro: l’assunzione di una formulazione sublinguale di CBD è stata associata a riduzioni rilevanti dei sintomi d’ansia già dopo una settimana di utilizzo, con benefici che si estendono a più domini del benessere.
Lo studio, in breve
Il trial è prospettico, di sei settimane, e ha coinvolto 12 adulti con ansia moderata o grave. I partecipanti hanno assunto 30 mg/die di CBD sublinguale, con valutazioni settimanali su ansia, sonno, umore e funzioni cognitive. Pur essendo uno studio pilota a campione ridotto, il disegno consente di osservare l’andamento temporale della risposta e la tollerabilità del prodotto in uso quotidiano.
Risultati principali
Secondo i ricercatori, i miglioramenti clinicamente significativi si sono manifestati già dopo la prima settimana e si sono mantenuti lungo le sei settimane di follow-up. Non solo ansia: i soggetti hanno riportato sonno più stabile, umore più equilibrato, memoria e funzioni cognitive percepite come più efficienti. Sul versante della sicurezza, gli autori descrivono pochi effetti collaterali, lievi e transitori, e nessun evento avverso grave. In altre parole, nel perimetro del protocollo, il profilo di tollerabilità risulta favorevole.
CBD e farmaci ansiolitici: confronto (leale) con gli SSRI
Un nodo cruciale nella terapia dell’ansia riguarda i tempi di risposta. I farmaci SSRI necessitano spesso di settimane per dispiegare appieno l’effetto; nel trial di Harvard, invece, il CBD mostra un avvio d’azione più rapido. Questo non implica una sostituzione automatica né un confronto “testa a testa” conclusivo: mancano ancora RCT ampi e controllati che mettano a diretto confronto formulazioni standardizzate di CBD con gli standard of care. Il messaggio corretto è più equilibrato: il CBD potrebbe rivelarsi un’opzione complementare o una porta d’ingresso in protocolli integrati, in attesa di evidenze più robuste che chiariscano dose, durata e popolazioni ideali.
Uno sguardo oltre l’ansia: sonno, umore, memoria
Il fatto che i benefici si estendano al sonno e ad aspetti come umore e memoria è coerente con l’ipotesi di un CBD capace di modulare reti neurobiologiche condivise (stress, arousal, regolazione emotiva). Se confermati da studi più ampi, questi esiti suggeriscono un ** valore trasversale** del CBD per persone che, oltre all’ansia, sperimentano insonnia o affaticamento cognitivo legato allo stress.
Il contesto più ampio: fitocomplesso e terpeni
La letteratura recente evidenzia un interesse crescente per il ruolo dei terpeni e per l’effetto d’insieme del fitocomplesso: alcuni dati suggeriscono che determinati terpeni possano mitigare effetti indesiderati del THC e potenziare specifici esiti (ad esempio sul rilassamento o sul tono dell’umore). Questo non annulla l’utilità del CBD isolato, ma invita a considerare profilo di prodotto, standard qualitativi e coerenza di formulazione quando si valutano risultati tra studi differenti.
Sport e gestione della pressione
Per discipline come il tennis, in cui lucidità mentale, regolazione dello stress e recupero psicofisico fanno la differenza, il CBD potrebbe rivelarsi un alleato interessante. È fondamentale, però, che eventuali applicazioni in ambito sportivo rispettino le normative antidoping in vigore e siano validate da ricerche specifiche su atleti, con protocolli dose–risposta chiari e monitoraggio della performance e della recuperabilità.
Limiti e prossimi passi
Come ogni studio pilota, anche questo lavoro ha limiti: numero di partecipanti contenuto, assenza di gruppo di controllo e durata relativamente breve. Il passo successivo naturale è rappresentato da trial randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo, con campioni più ampi, biomarcatori dove possibile e misure oggettive di sonno e cognizione. Solo così si potrà stabilire quanto del risultato sia attribuibile al CBD, per chi funzioni meglio e a quali dosi.
Indicazioni pratiche e conclusione
Per chi valuta il CBD come supporto alla gestione dell’ansia (e dei correlati su sonno e umore), il consiglio è di procedere con gradualità, prediligendo prodotti certificati, con analisi di laboratorio accessibili e chiarezza di dosaggio; inoltre, è prudente confrontarsi con il medico in presenza di terapie concomitanti. Il dato chiave che emerge dal lavoro di Harvard è la rapidità del segnale clinico (già dopo una settimana) e la buona tollerabilità osservata, elementi che legittimano ulteriori ricerche rigorose.
Per ulteriori informazioni sul CBD, può essere utile rivolgersi a realtà specializzate come il CBD shop Alma CBD.