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A Natale siamo tutti più buoni? Ecco cosa ne pensano i milanesi

Milano, la città del business, della moda e del ritmo frenetico, si trasforma a Natale. Le strade si accendono di luci, le vetrine si vestono a festa, i tram portano decorazioni e i mercatini popolano piazze e quartieri. Ma oltre alla facciata scintillante, cosa succede davvero nei cuori dei milanesi? È vero che a Natale si diventa più buoni? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro, girando per le vie del centro e ascoltando voci diverse, tra sorrisi e riflessioni.

«Secondo me sì, almeno un po’. Ci ricordiamo di chi sta peggio, facciamo più beneficenza, aiutiamo chi ha bisogno», racconta Paola, 42 anni, insegnante di Porta Romana. «Magari durante l’anno siamo presi da mille cose, ma a dicembre ci fermiamo un attimo». Anche Carlo, pensionato di 75 anni che incontriamo in corso Buenos Aires, conferma: «C’è più gentilezza. Mi capita più spesso che qualcuno mi ceda il posto sul tram. Non succede sempre, ma in questo periodo lo noto di più».

Ma non tutti sono convinti che il Natale porti davvero una ventata di bontà. «È tutto molto di facciata», commenta Greta, 29 anni, commessa in zona Brera. «Le persone fanno i regali per obbligo, postano auguri sui social, ma poi nella vita reale sono stressate e maleducate come sempre. Anzi, forse peggio: ho visto clienti litigare per un maglione in saldo!». Le fa eco Davide, rider 24enne: «Quando consegno, nessuno mi fa un sorriso in più solo perché è Natale. Magari ti danno la mancia, ma è raro. Non mi sento trattato meglio in questo periodo».

Eppure, in mezzo a cinismo e consumismo, c’è chi trova comunque un senso più profondo nel periodo natalizio. «A Natale si ha voglia di ricongiungersi, di rimediare agli errori, anche solo con una telefonata a una persona con cui non si parla da tempo», osserva Marina, psicologa che lavora in zona Isola. «La festa agisce come una spinta emotiva: ci confrontiamo con i ricordi, con i legami familiari, con i valori più semplici. Non è sempre bontà pura, ma è sicuramente un tentativo di avvicinarsi all’altro».

Anche le associazioni benefiche della città confermano che a dicembre cresce la partecipazione. «In tanti si offrono volontari per le mense dei poveri, donano coperte, cibo, giocattoli», spiega il presidente di una onlus attiva in zona Stazione Centrale. «Ci piacerebbe vedere questo spirito anche a febbraio o a giugno, ma intanto lo accogliamo con gratitudine».

Il Natale a Milano, quindi, accende non solo le luci ma anche domande. Forse non rende tutti più buoni in modo automatico, ma offre almeno un’occasione: quella di riflettere su noi stessi e sugli altri, di rallentare, di ricordarci che anche nei giorni più frenetici possiamo scegliere un gesto gentile. E se anche la bontà natalizia durasse solo pochi giorni, magari basterebbe per riaccendere qualcosa che durante l’anno avevamo dimenticato.

Categories: Cultura e Società
Redazione Milano: