Dal 16 gennaio possibile fare richiesta per il Bonus famiglia
Dal 16 gennaio sarà possibile fare richiesta per il Bonus famiglia. Il contributo da 1.500 euro è destinato alle famiglie milanesi e lombarde che versano in condizioni di vulnerabilità e fragilità, se la donna è in gravidanza o nel caso di un’adozione. Questi i requisiti per inoltrare la richiesta (solo per via telematica), descritta nella delibera approvata dalla Giunta regionale:
avere un valore Isee non superiore a 22 mila euro
entrambi i genitori devono avere residenza in Lombardia continuativa per almeno 5 anni
trovarsi in situazione di vulnerabilità, intesa come “povertà relativa” o in particolare condizione di fragilità
Altro requisito per poter accedere al bando è “non essere titolare di altre agevolazioni a valere su analoghe iniziative attivate a livello comunale o nazionale a sostegno della natalità”.
Bonus famiglia: come funziona la misura
E’ alternativa ad altre eventuali disposizioni statali o comunali. Pertanto non ci saranno sovrapposizioni né sarà possibile cumulare il bonus con altri incentivi. La Regione ha stanziato un totale di 5,4 milioni di euro per il Bonus famiglia. Sarà attivo sino al 30 giugno 2019 e funzionerà “a esaurimento”. Nel caso di gravidanza la quota di 1.500 euro a famiglia (che moltiplica per ciascun figlio nel caso di gravidanza gemellare) viene corrisposta in due distinte rate. Nel caso di un’adozione invece la quota viene corrisposta in un’unica soluzione.
La richiesta va inoltrata dalle 10 di mattina del 16 gennaio e entro il 30 giugno tramite l’apposito bando sul sito della Regione Lombardia https://www.bandi.servizirl.it. Per inviare la richiesta bisogna essere in possesso della documentazione che attesta la gravidanza, dopo essersi registrati con il Sistema pubblico di identità digitale o con la Carta regionale dei servizi.
La richiesta va inoltrata da parte di uno dei due futuri genitori e deve indicare tra le altre cose, come riporta il sito della Regione:
il soggetto che ha rilasciato la scheda relativa al colloquio per la valutazione della vulnerabilità (Ambito/comune, CAV, Consultorio)
il certificato di gravidanza o la sentenza di adozione.
Per ricevere il contributo è inoltre richiesta la sottoscrizione del progetto personalizzato redatto da un Consultorio di riferimento, con la condivisione degli Ambiti/Comuni o dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav).