Cultura e Società

Beethoven e il violoncello, una storia a lieto fine allo Spazio Teatro 89

Il secondo concerto del festival “Immortale amato – Beethoven, il Titano che innamora”, parte integrante della rassegna di classica “In Cooperativa per Amare la Musica”, è in programma allo Spazio Teatro 89 di Milano martedì 28 gennaio (ore 20.30; ingresso 7-10 euro), quando sul palco dell’auditorium di via Fratelli Zoia 89 si esibiranno la violoncellista Ursina Braun e la pianista Alice Baccalini. Il nuovo appuntamento ha un titolo, per così dire, programmatico: “Trasformazioni, rivoluzioni. Beethoven e il violoncello, una storia a lieto fine”.

Tra gli innumerevoli meriti di Beethoven c’è, infatti, anche quello di aver “sdoganato” l’uso del violoncello nella musica da camera, esaltando tutte le potenzialità espressive, liriche e virtuosistiche di uno strumento fino a prima, con l’eccezione notevole ma isolata di Luigi Boccherini, tendenzialmente relegato nel basso continuo o comunque in ruoli gregari.

Lo spirito innovativo del Titano di Bonn si esplicita fin dall’op. 5 n.1, prima delle cinque Sonate dedicate al violoncello, in cui lo strumento compete e collabora da pari a pari con il pianoforte in una forma di respiro quasi più sinfonico che cameristico per ampiezza ed eloquenza. Nell’op. 69, gioiello di perfezione per intensità espressiva e coesione dell’impianto narrativo, la fusione tra i due strumenti è ancora più assoluta: al violoncello è affidato anche un “a solo” d’esordio, un ispirato melisma la cui dolcezza preannuncia il tono di commossa interiorità che sarà carattere prevalente dell’intera composizione.

Le Variazioni sul Flauto Magico, oltre a porsi quale omaggio a Mozart, ovvero al compositore il cui spirito, nel celebre, bellissimo auspicio del Conte Waldstein, Beethoven doveva ricevere dalle mani di Haydn, ci mostrano la contiguità tra forma Sonata e serie di Variazione nella peculiare tecnica di “variazione in sviluppo” beethoveniana: il tema mozartiano viene elaborato partendo dalle cellule minime dei rapporti intervallari e delle figure ritmiche, senza concessioni al decorativismo brillante e fine a se stesso di tante Variazioni settecentesche ma, anzi, in una visione avveniristica del processo compositivo nei cicli di variazioni che si rivelerà poi pienamente nelle successive op. 109, 111 e 120.
A interpretare la densa materia musicale e la inesauribile varietà espressiva di questo programma sono state chiamate due musiciste colte, sensibili e dotate al tempo stesso di qualità solistiche e vocazione cameristica: la violoncellista Ursina Braun e la pianista Alice Baccalini. Il concerto è idealmente dedicato alla memoria di Claudio Acerbi, fondatore dello Spazio Teatro 89, nel decennale della prematura scomparsa.