Cultura e Società

“Il testo del brano è nato circa dieci anni fa, poco prima del boom mediatico”: Forty M.C. ci ha raccontato il suo brano “Vita in vendita”!

Forty M.C. ha appena reso disponibile il videoclip del suo nuovo brano, “Vita in vendita”, che vanta la partecipazione di Chiara Bettiga per il ritornello, così noi gli abbiamo fatto qualche domanda in più.

– Com’è stato, per te a livello di ispirazione, passare da Salerno a Milano?

La prima reazione è stata scioccante. Scherzi a parte, venendo da un paese di provincia come Battipaglia, la prima sensazione che ho avuto è stata l’apertura mentale e il melting pot radicato nel tessuto sociale. A differenza della Campania, trovo ci sia meno pregiudizio nei confronti di chi vuole fare dell’arte un lavoro. Quest’apertura mi ha ispirato più che a livello musicale, proprio a livello umano e mentale. La città di Milano, a mio parere, è la numero uno al mondo per chi vuole diventare un professionista in qualsiasi campo, ti dà i mezzi e le opportunità. Tu devi metterci la fame e il duro lavoro.

– Fai molto uso di storytelling e pensi che manchi, alla scena rap contemporanea, parlare di tematiche serie?

A livello di business no, altrimenti i rappers non venderebbero più così tante copie. Ogni qualvolta un rapper prova a reintrodurre tematiche serie cala il suo appeal e di conseguenza anche il suo guadagno. Secondo me stare al passo con i tempi non vuol dire omologarsi, ma cercare di innovarsi, come ha fatto Marracash con il suo ultimo album ‘Persona’. A livello sociale, invece, manca molto parlare di tematiche serie perché le nuove generazioni ascoltano di più gli “insegnamenti” del proprio rapper preferito che dei genitori. Lo storytelling non idolatra né demonizza nessuno stile di vita, ma racconta la vita vera, quella della sofferenza e dei sacrifici.

– Com’è nato “Vita in vendita”?

Il testo del brano è nato circa dieci anni fa, poco prima del boom mediatico dello scandalo delle ‘Parioline’, ragazze minorenni che vendevano il proprio corpo in cambio di regali costosi. Questa realtà era presente anche in altre città italiane e si sentivano molte storie simili a quelle, tanto da farmi riflettere sulle conseguenze che i tabù e la violenza psicologica dettata dal moralismo di quel periodo avrebbero causato alla vita futura delle protagoniste. L’argomento è stato così d’impatto che dopo tanti anni Netflix ha creato la serie tv Baby basata su questa vicenda.

– Che anno desideri che sia il 2021?

Innanzitutto spero che la situazione del Covid-19 si risolva, visto che tanta gente sta soffrendo e come me vive in un perenne stato di ansia e preoccupazione. Spero che la situazione economica-lavorativa migliori per tutti e mi auguro di iniziare a costruire fondamenta solide per una carriera artistica futura florida e di successo.