Amministratore di sostegno: cos’è e che ruolo svolge
Quando una persona non è più in grado di badare a se stessa per quanto riguarda le finanze e l’assistenza sanitaria, i tribunali assegnano i poteri e le responsabilità di gestire gli affari di quella persona nelle mani di un amministratore di sostengo. Questa figura è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 9 gennaio 2004, n. 6, e ha il compito di tutelare e prendersi cura delle persone non più autonome.
Come cita l’articolo 1: “la presente legge ha la finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente”. In alcuni casi, un individuo che si trova in condizioni di salute precarie può aver già firmato un accordo di procura durevole che nega la necessità di un amministratore di sostegno, ma nella stragrande maggioranza dei casi, i membri della famiglia dovranno rivolgersi al tribunale e chiedere che venga nominato un tutore legale che ne amministri il patrimonio. Cercare un amministratore di sostegno a Milano può essere complesso, ecco perché abbiamo deciso di proporvi questa guida che, speriamo, vi aiuti nella ricerca.
Che ruolo ha l’avvocato quando si parla di amministratore di sostegno?
Dato che i doveri di questi tutori possono essere lunghi e complicati, in alcuni casi si decide di nominare un avvocato specializzato in questo campo. Questa può essere la scelta migliore in molti casi, perché gli amministratori di sostegno dovranno necessariamente partecipare alle udienze relative al caso, tenere registri dettagliati e presentare regolarmente i documenti al tribunale.
Nello specifico, l’articolo 405 comma 5° dice chequesti dovranno contenere:
1) delle generalità della persona beneficiaria e dell’amministratore di sostegno
2) della durata dell’incarico, che può essere anche a tempo indeterminato
3) dell’oggetto dell’incarico e degli atti che l’amministratore di sostegno ha il potere di compiere in nome e per conto del beneficiario
4) degli atti che il beneficiario può compiere solo con l’assistenza dell’amministratore di sostegno
5) dei limiti, anche periodici, delle spese che l’amministratore di sostegno può sostenere con utilizzo delle somme di cui il beneficiario ha o può avere la disponibilità
6) della periodicità con cui l’amministratore di sostegno deve riferire al giudice circa l’attività svolta e le condizioni di vita personale e sociale del beneficiario
Quali sono le responsabilità di un amministratore di sostegno?
Quando si decide di nominare un avvocato come amministratori di sostegno, si deve tenere a mente che si tratta di una scelta sicura tutti i documenti e le azioni del tribunale sono di dominio pubblico. Nominare un avvocato dà ai membri della famiglia una certa quantità di privacy quando si tratta di questioni familiari delicate. Inoltre, gli amministratori sono controllati dal tribunale e devono riferire periodicamente in modo che il tribunale possa assicurarsi che questa figura non stia approfittando della persona che sta assistendo. In casi molto delicati, è possibile anche richiedere all’amministrazione di sostegno di ottenere l’approvazione del tribunale prima di prendere una decisione importante, come la vendita di una proprietà immobiliare o il tentativo di interrompere il supporto vitale.
Quanto costa un avvocato come amministratore di sostegno?
Gli amministratori di sostegno sono rimborsati per tutte le spese che sostengono, ma non esiste una modalità univoca che ne regoli il pagamento. La norma stessa, infatti, dichiara che si tratta di un incarico tendenzialmente gratuito, ma che, considerando l’entità del patrimonio del beneficiario e la difficoltà dell’amministrazione, il tribunale potrà liquidare in favore dell’amministratore una cifra adeguata.
Contestualmente al deposito del rendiconto annuale, l’amministratore di sostegno potrà fare una richiesta al Giudice Tutelare per richiedere l’attribuzione di questa indennità. Ricordiamo, però, che il decreto che regola la gestione dell’indennità può diventare oggetto di impugnazione davanti al Tribunale qualora ci siano condizioni sospette o da verificare.