Milano ricorda Franco Basaglia con un giardino davanti all’ex Paolo Pini
Di fronte al parco dell’ex Paolo Pini, in via Alessandro Litta Modignani è stato intitolato un giardino a Franco Basaglia, padre della riforma dell’assistenza psichiatrica in Italia e promotore di un nuovo modo di intendere la cura della malattia mentale. È stato scelto proprio quel giardino perché davanti alla struttura aperta nel 1924 come succursale manicomiale e divenuta negli anni Sessanta l’ospedale psichiatrico più grande di Milano. Alla cerimonia di intitolazione sono intervenuti l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, la Presidente del Municipio 9, Anita Pirovano e la figlia di Franco Basaglia, Alberta. Insieme a loro anche Massimo Cirri, psicologo e conduttore radiofonico e Renato Sarti del Teatro della Cooperativa.
“A poche settimane dall’esatto centenario della nascita, consegniamo alla memoria della città il ricordo di Franco Basaglia, un uomo che ha lottato per la dignità dei suoi malati, e di tutte le persone con patologie psichiatriche, abbattendo le barriere fisiche, sociali e culturali che li stigmatizzavano – ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi –. Realizzando la riforma del sistema di cura dei malati psichiatrici, Basaglia ha compiuto una vera e propria rivoluzione umana, sociale ed etica che ha segnato la fine di un approccio repressivo e punitivo della malattia mentale, per diventare accoglienza e cura del malato. Oggi lo ricordiamo qui, nel giardino davanti al complesso dell’ex Paolo Pini, lo storico manicomio di Affori dove fu ricoverata anche Alda Merini. Grazie alla legge che Basaglia ha promosso, questo ospedale è stato chiuso nel 1999 per diventare, grazie alla presenza di tante realtà e allo sviluppo di numerosi progetti, uno spazio di inclusione e cultura”.
Franco Basaglia nasce a Venezia nel 1924. Si laurea in Medicina all’Università di Padova dove si specializza in Malattie nervose e mentali. Dirige per dieci anni il manicomio di Gorizia e successivamente l’Ospedale Psichiatrico di Trieste. Alla fine degli anni Settanta si trasferisce a Roma per coordinare i servizi psichiatrici della Regione Lazio. Muore a Venezia il 29 agosto 1980. Per tutta la vita Franco Basaglia si batte per dare dignità ai malati di mente, affermando il diritto alle cure della malattia con finalità riabilitative e non di contenzione e sedazione delle sue manifestazioni, spesso perpetrate con metodi e strumenti disumani.
Insieme alla moglie Franca Ongaro, deputata, con la Sinistra Indipendente porta avanti in Parlamento la battaglia più importante. Nel 1978 è approvata la legge 180 (detta poi Legge Basaglia) che stabilisce la soppressione dei manicomi sul territorio italiano e la presa in carico dei malati in strutture ospedaliere adeguate, incluse nel sistema del Servizio Sanitario Nazionale, preposte alla diagnosi e alla cura della Salute mentale. Per effetto della Legge Basaglia anche il Paolo Pini è chiuso definitivamente nel 1999 diventando via via un luogo aperto e di inclusione sociale grazie a progetti culturali riabilitativi per i pazienti e iniziative di aggregazione per tutti.