Economia e Finanza

Un’esperienza all’estero è un di più per il lavoro e per la vita?

È quasi scontato il perché per un insegnante un’esperienza all’estero è importante. Ma è sempre utile approfondire e parlare del perché per un insegnante come per qualsiasi altro lavoratore un’esperienza all’estero è importante non solo sul piano professionale ma anche personale.

Fare un’esperienza all’estero è molto di più di apprendere una lingua. Infatti permette di vivere per un lungo periodo da soli, lontani dalla propria zona confortevole, da tutto ciò che mi ci è familiare. Vivere un’esperienza all’estero è “dura” soprattutto se si tratta della prima volta, ma gli sforzi vengono ripagati da un’esperienza a tratti difficile ma incredibilmente formativa dal punto di vista umano.

Conoscere luoghi e culture nuove aiuta anche ad indagare se stessi, i timori, le fragilità e a tirare fuori il meglio di se stessi. L’esperienza di vita all’estero che nell’Unione Europea viene fortemente incentivata, è una fase di confronto e di crescita che, laddove possibile, dovrebbe essere riserva a tutti nessuno escluso. Gestire imprevisti, confrontarsi con culture diverse, prendere decisioni importanti in autonomia, fa crescere sul piano lavorativo ed umano. Vale per l’insegnante come per qualsiasi altro lavoratore o cittadino.

Vivere all’estero, anche per brevi periodi, il lavoro con colleghi stranieri, è un’esperienza arricchente, un’opportunità di apprendimento e di fare carriera. Vivere all’estero porta a migliorare la conoscenza delle lingue straniere. La poca conoscenza delle lingue straniere è una delle lacune di troppi italiani in cerca di occupazione o il principale ostacolo nell’accesso a posizioni di lavoro di maggior prestigio.

L’esperienza culturale, di lavoro e formativa all’estero inoltre permette di acquisire soft skills utili in ambito professionale. Si maturano empatia, flessibilità, auto consapevolezza, capacità di persuasione, apertura mentale, decision making e problem solving. Si tratta di skill sempre più richieste in ambito lavorativo. Sempre più aziende cercano candidati con il global mindset, in altre parole lavoratori che sanno relazionarsi in contesti multiculturali.

Le occasioni di interazione con persone di culture diverse sono diventate sempre più frequenti. Per tanti lavori la padronanza della lingua straniera, in special modo l’inglese, è una condizione fondamentale per accorciare le distanze con il proprio interlocutore e iniziare a creare una proficua relazione professionale. Ma conoscere la lingua straniera non basta. Bisogna avere contezza anche delle differenze culturali che incidono sui comportamenti comportando un modo differente di lavorare. Se manca la comprensione della cultura di un paese ciò incide in modo negativo sul raggiungimento degli obiettivi prefissati, sullo sviluppo delle strategie aziendali all’estero, sulle relazioni con i clienti stranieri o sull’immagine aziendale. Un’esperienza di lavoro all’estero comporta l’approccio con una nuova cultura e quindi l’acquisizione delle competenze interculturali molto richieste per le organizzazioni moderne in quanto indispensabili a relazionarsi, lavorare o fare business in contesti multiculturali.