La banche contro chi gioca ai nuovi casino online e alle slot
In un paese come l’Italia, in cui su un tema come il gioco d’azzardo, lo Stato da un lato prende sotto forma di tasse, e dall’altro regolamenta e riduce il numero e gli orari delle slot machine, e in cui i nuovi casinò online prosperano i casino tradizionali falliscono, la ludopatia è un tema sempre all’ordine del giorno. Continuamente si legge di nuovi provvedimenti o iniziative che si pongono l’obiettivo di contrastare la dipendenza dal gioco. E così non c’è molto da stupirsi, o forse sì, se anche le banche scendono in campo a spada tratta contro questa forma di dipendenza sempre più diffusa.
Accade nella provincia di Bergamo, dove con 1.819 € di spesa annuale pro-capite, e ben 7.276 per famiglia, sia nei nuovi casinò online, sia nelle sale da gioco sul territorio, quello del gioco diventa un problema oltre che individuale, e sociale, anche economico. E così ecco che alcuni istituti di credito decidono di farsi carico del problema e di affrontarlo attraverso l’azione dei dirigenti.
Contro le dipendenza dai nuovi casinò online e dalle slot
Un protocollo firmato da diversi istituti del bergamasco come Ubi, Credito cooperativo Oglio e Serio, Ats, Unipol e BPer Banca, mira proprio a individuare nelle figure dei dirigenti quelle più adatte a riconoscere, previa formazione, coloro che hanno dei problemi con il gioco, in tutte le sue forme: dalle lotterie ai nuovi casinò online, passando per bingo e le scommesse sportive. L’obiettivo è quello di individuare le figure a rischio e indirizzarle verso percorsi di recupero. Si tratta di un progetto pilota che nasce in una provincia in cui la pratica del gioco riguarda regolarmente un terzo degli studenti dai 15 ai 19 anni, quindi anche molti minori, e il 49% degli anziani.
I direttori delle banche dovranno avere l’occhio lungo per individuare i casi sospetti, prestando attenzione ai prelievi o a richieste di finanziamento frequenti o anomale. Quando i problemi di dipendenza saranno individuati, potranno essere adottati strumenti volti a contrastare la patologia, anche ricorrendo al rifiuto di finanziamenti e azioni simili. Chi gioca d’abitudine nei nuovi casinò online o alle slot sotto casa spesso non si rende nemmeno conto di avere un problema, laddove questo appare chiaro a un occhio esterno e adeguatamente formato a riconoscere tale tipo di problematica.
Nuovi casinò online e slot: quando il piacere diventa dipendenza
Il rischio di un protocollo di questo genere è molto chiaro e ha a che fare con la privacy del cliente della banca, e sul ruolo del dirigente, che di certo non è quello di un tutore. Il gioco d’azzardo nei nuovi casinò online, o nelle agenzie nel territorio è legale e per molti resta un divertimento. Le banche hanno dalla loro parte una diffusione capillare sul territorio, e la possibilità di individuare le situazioni critiche da un punto di vista economico. Identificando in tempo le situazioni critiche, si può intervenire in tempo evitando che peggiorino, finendo fuori controllo. Le banche con la loro azione possono creare una saldatura tra lato il economico e quello sociale di una comunità evitando che si sfaldi per via di problematiche che diventano sempre più diffuse.
I nuovi casinò online prosperano e producono anche introiti per lo Stato, ma quando il gioco smette di essere tale, quando la sua pratica assume sempre più le sembianze di una dipendenza, allora il rischio oltrepassa la sfera individuale e si estende a quella sociale, intaccandone il tessuto. L’intervento delle banche che si estende oltre il lato strettamente finanziario, può essere interpretato sia come un’azione di prevenzione, sia di indirizzamento qualora la situazione di dipendenza sia già in atto, e in definitiva come un’azione di collante sociale.