Economia e Finanza

Milano apre il mercato e fronteggia l’emergenza abitativa

La città di Milano è alle prese con l’emergenza abitativa. Palazzo Marino scende in campo e propone un patto con i proprietari immobiliari. Lo scopo è quello di aprire il mercato e fronteggiare l’emergenza abitativa soprattutto gli sfratti.

La Giunta Sala ha approvato le linee guida di un bando pubblico. Il Comune cerca operatori interessati a rimettere in circolo alloggi e immobili di loro proprietà. Questi andranno in via transitoria all’emergenza abitativa. In cambio i proprietari riceveranno un contributo economico stimato in base al canone concordato. In totale l’Amministrazione mette a disposizione 1,3 milioni di euro.

L’emergenza abitativa: quali sono le misure previste

Le somme andranno non solo ai proprietari di appartamenti sfitti ma anche a coloro che possono mettere a disposizione una o più stanze nel proprio alloggio. Oltre ad interi appartamenti, i proprietari possono partecipare al progetto anche con singole stanze. In questo caso, il contributo del Comune sarà pari a 250 euro al mese per un posto letto e a 350 euro al mese per due posti. Sarà sempre il Comune ad erogare 150 euro mensili a nucleo per coprire i costi delle misure di accompagnamento della famiglia ospitata, ed attivare così un percorso orientato a costruirne o rafforzarne l’autonomia, in modo che poi possa approdare ad una soluzione abitativa stabile.

Ciascuna famiglia, infatti, potrà rimanere nell’alloggio messo a disposizione per un periodo massimo di 18 mesi. Gli alloggi e gli immobili possono anche trovarsi fuori dall’area del Comune, fermo restando che le famiglie ospitate saranno residenti a Milano. L’obiettivo è riuscire a sbloccare, anche temporaneamente, il patrimonio immobiliare vuoto ed inutilizzato, specialmente quello delle grandi proprietà. L’accordo transitorio di disponibilità con la garanzia di un ristoro economico rende Milano più capace di dare risposte alle famiglie, in particolare quelle che vengono sfrattate dal libero mercato perché non riescono più a pagare l’affitto.