Cultura e Società

Gli sguardi dell’altro mondo si danno appuntamento a Milano

Gli sguardi dell’altro mondo (3 continenti, 62 film, 32 registi) si danno appuntamento a Milano, dal 23 al 31 marzo 2019. L’occasione è la 29ma edizione del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina. Location l’Auditorium San Fedele, l’Oberdan, l’Arcobaleno e il Wanted Clan. Più una mostra fotografica spettacolosa che occupa il Casello Ovest di Porta Venezia. Quello che per una settimana è il Festival Center del Festival del cinema africano.

Il Festival del cinema africano, d’Asia e d’America Latina porta tutti i colori del mondo a Milano. Le sue curatrici Annamaria Gallone e Alessandra Speciale hanno puntato sugli sguardi. Per la prima volta il festival inaugura con un film italiano. Fiore gemello è diretto da Laura Luchetti. Premiato a Toronto, racconta come ci vedono gli altri e come noi vediamo loro. I protagonisti, attori non professionisti, sono la sarda Anna e l’ivoriano Bassim.

Diverse sono le registe donne. Le sezioni si chiamano “Finestre sul mondo” (lungometraggi in concorso), “Extra” (film italiani), “Flash” (anteprime fuori concorso). “E tutti ridono” è dedicata alle commedie. Poi: l’appuntamento col Perù e Africa Talks.

“Hidden Dragons”, i draghi nascosti, propongono 4 film cinesi che a Milano arrivano con i loro autori. Il risultato del gemellaggio con il Festival di Pingyao, fondato dal regista Jai Zhang-Ke e l’italiano Marco Muller. Sono loro i cinesi, ad aprire il Festival del cinema africano, d’Asia e d’America Latina 2019. Si parte oggi all’Arcobaleno con Youth di Feng Xiaogang. Lo chiamano lo Steven Spielberg di Pechino e racconta la storia di un gruppo di ragazzi che crescono nella Cina di Mao, trionfatore al box office locale. Tra i suggerimenti da non perdere il coreano Burning. E Ancora un giorno, ovvero cartoon davvero magico che racconta l’avventura esistenziale e reale del reporter polacco Ryszard Kapuscinski in Angola, durante la guerra civile del 1971.

Tante le storie al femminile al Festival del cinema africano. Naziha Arebi è la prima regista libica a dirigere un lungometraggio. Il suo film si chiama Freedom Fields. Dall’India arriva Bulbul Can Sing. Dal Mexico, viene La camarista, storia di una cameriera in un mega hotel della megalopoli Mexico City. Dirige Lila Aviles. Kabul, City in The Wind è un documentario afghano sulla Capitale. Vietnam sera libre è il no fiction movie di Paolo Pasanelli e, soprattutto, Cecilia Mangini. A oltre 90 anni compiti, è stata la prima documentarista del cinema italiano.

La novità di quest’anno è MIWORLD, sezione tutta nuova dedicata alle scuole: 4 lunghi e 8 corti saranno sottoposti al giudizio del pubblico più giovane. Con incontri con gli autori, previsti il mattino nei cinema Oberdan e San Fedele. Prof e studenti premieranno i migliori.

Maggic Cube è il progetto fotografico di Adji Dieye, nata nel 1991. I cubi magici sono dei finti dadi da cucina che l’autrice italo-senegale “usa” per raccontarci come la cucina occidentale sta davvero segnando quella tradizionale africana. Le fotografie sono spettacolari. Come si usava negli studi fotografici dell’Africa Occidentale nei decenni 60 e 70.