Niente pace fiscale con il comune di Milano
Niente pace fiscale con il comune di Milano. Palazzo Marino non aderirà alla cosiddetta pace fiscale inserita nel decreto crescita del Governo. L’Amministrazione motiva il suo no al condono, che per Milano prevede l’abbattimento delle sanzioni e degli interessi su tributi e multe stradali nel periodo dal 2014 al 2017, per ragioni di equità nei confronti dei cittadini in regola coi pagamenti e si concentra invece nella lotta all’evasione tributaria.
“Noi non siamo affatto sicuri che i cittadini interpretino come una pace fiscale un condono in piena regola”, afferma l’assessore al Bilancio Roberto Tasca, che aggiunge: “Perché a questo condono il governo non accosta nessuna nuova misura di contrasto all’evasione fiscale. Nel 2017 il Comune di Milano non ha aderito al condono proposto dal governo di centrosinistra e, per gli stessi motivi, non aderisce neppure a questo del governo giallo-verde. La coerenza del nostro operato risponde alla necessità di garantire l’equità nei confronti di quei cittadini, la maggioranza, che hanno pagato per tempo i tributi e le sanzioni”.
Inoltre l’Amministrazione considera la lotta all’evasione fiscale a tutti i livelli un impegno necessario a fronte di circa 100 miliardi di euro di evasione complessiva in Italia. E, grazie al lavoro dell’ufficio Tributi e ai suoi consulenti, negli ultimi tre anni ha recuperato parte del maltolto attraverso accurate azioni di controllo. Tra il 2017 e il 2018, la Tari, che rappresenta il tributo più consistente del bilancio comunale, è stata evasa per 84,3 milioni di euro su 600 milioni di euro dell’imponibile totale su due anni. Il suo recupero è stato di 35,5 milioni di euro. Le stime del Comune prevedono che nel triennio 2020-2023 l’evasione tributaria in generale si attesterà a 260 milioni di euro (210 solo per Imu e Tari e 50 milioni per Imposta di soggiorno, sulla pubblicità (ICP) e sull’occupazione di suolo (COSAP). Il recupero previsto sarà di 104 milioni di euro, 5 in più rispetto al triennio in corso, ovvero il 40% di riscosso sul totale rispetto al 37% ottenuto fino ad oggi.
L’impegno per il recupero dell’evasione è stato intensificato e per la prima volta il Comune ha iniziato a pignorare somme di denaro dai conti correnti degli evasori. Nell’anno in corso sono state emesse 1.180 notifiche ad altrettanti soggetti debitori. Si tratta di una somma di evasione complessiva di 3,4 milioni di euro. Per il momento le notifiche hanno dato esito positivo in 207 casi che hanno iniziato a saldare il dovuto per un incasso ad oggi di 381 mila euro.
“Un governo serio – continua Tasca – dovrebbe muoversi con la stessa determinazione e fornire agli Enti Locali gli strumenti più adeguati per consentire la riscossione delle somme evase. Siccome criticare è facile, mentre costruire è difficile, facciamo tre proposte semplici al Governo per partire verso una vera ‘pace fiscale’”. Ecco quali: l’accessibilità dell’Archivio Unico Informatico dello Stato ai comuni per consentire loro il pieno accesso alle informazioni sui contribuenti. La semplificazione delle procedure per consentire ai comuni di non doversi avvalere degli ufficiali di riscossione, per i quali non vengono fatti concorsi statali da anni.
Inoltre Tasca propone l’accesso gratuito, anche in via telematica, a tutti i dati rilevanti detenuti da uffici pubblici e da soggetti gestori di pubblici servizi, con facoltà di prenderne visione e di estrarre, anche in forma massiva, copia degli atti riguardanti i beni dei debitori ed eventuali coobbligati: in particolare Enti previdenziali, le Camere di Commercio, il Pubblico registro automobilistico, i fornitori di energia elettrica, gas, acqua, ai fini di consentire l’ottenimento di informazioni utili alla attivazione delle procedure di riscossione delle proprie entrate e alla determinazione di aliquote e tariffe eque. “Partiamo innanzitutto dagli ISEE in possesso dell’INPS e da lì costruiamo una vera lotta all’evasione tramite l’uso di Big Data. Solo quando si adotteranno misure nuove per lottare efficacemente contro l’evasione, si potrà chiudere con il passato sancendo una duratura “pace fiscale”, conclude l’assessore.