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Sarà una Milano ciclabile: ecco il piano di Palazzo Marino

E’ una Milano ciclabile in cui circolano poche automobili e le strade più trafficate sono vuote anche nelle ore di punta. Le città temono però che, allentate le restrizioni, per paura del contagio le persone si affideranno sempre meno ai mezzi pubblici e sempre di più alle auto private. Le città più grandi, insomma, rischiano di diventare ancora più inquinate di prima.

Milano ha un piano

Entro settembre realizzerà 23 chilometri di nuovi percorsi ciclabili, e altri 12 entro la fine del 2020. Metà dei progetti riguardano strade che partono dalla periferia e arrivano a ridosso dal centro, e almeno in due casi avranno l’ambizioso obiettivo di offrire un’alternativa ai mezzi pubblici.

I nuovi percorsi ciclabili si ispirano all’urbanistica tattica. A Milano viene già sperimentata da un paio d’anni con continuità. Milano si è mossa prima, agganciando la realizzazione di percorsi ciclabili a un più esteso ripensamento degli spostamenti nei prossimi mesi.

Andare in bicicletta a Milano è possibile perché la città non è molto grande ed è pianeggiante, ma è reso molto complicato dalla presenza di molte strade centrali piastrellate con il pavè insieme a rotaie del tram ovunque, strade intasate di automobili e riservate al traffico e alle aree di parcheggio.

Palazzo Marino intende applicare i principi di ripensamento degli spazi pubblici e dell’urbanistica tattica, che prevede interventi con vernici, cordoli e segnaletica a basso costo, anche nella realizzazione dei nuovi percorsi ciclabili.

Le nuove tratte non saranno piste ciclabili vere e proprie, ma spazi riservati alle bici o più sicuri per i ciclisti nelle strade già esistenti, sottraendo quelli riservati alle auto, o riducendo il limite di velocità nelle strade che corrono al fianco di quelle più trafficate. In questo modo il Comune spera di riservare a ciclisti e pedoni alcune importanti vie della città, senza costi particolari o cantieri lunghi mesi o anni.

Il progetto più importante riguarda 6 chilometri di un nuovo percorso che collegherebbe piazza San Babila, dietro al Duomo, al comune di Sesto San Giovanni, uno dei più popolati della periferia nord. Il percorso ricalca quello della linea rossa della metropolitana, frequentatissima dai pendolari.

Al momento sul tracciato esiste soltanto un piccolo pezzo di pista ciclabile, che affianca il parco Indro Montanelli (i giardini di Porta Venezia). Il resto del percorso dovrà essere tracciato riducendo le corsie per le auto e i parcheggi. Il modo meno invasivo per farlo sarà ricavare spazio fra il marciapiede e i parcheggi.

La strada più centrale che passa per il percorso San Babila-Sesto San Giovanni è Corso Buenos Aires, una delle più famose vie commerciali in Europa. Per fare spazio alle biciclette Palazzo Marino vuole dimezzare le corsie riservate alle auto, passando da quattro a due, spostare le aree di parcheggio a ridosso della carreggiata e ricavare uno spazio da 4,5 metri per ogni lato da riservare al percorso ciclabile.

Il Comune non costruirà una pista ciclabile ma la disegnerà sulla strada esistente. Un potenziale problema riguarda le procedure di carico e scarico dei circa 350 negozi del corso. Nei progetti del comune il percorso ciclabile sarebbe ricavato fra il marciapiede e i parcheggi, con il risultato che per consegnare la merce i fattorini dovrebbero tagliare la strada ai ciclisti.

La zona di corso Buenos Aires non è l’unica che il Comune intende ripensare

Sullo stesso tracciato prevede di ridurre da 6 a 4 le corsie riservate alle automobili in viale Monza, la principale via d’accesso a Milano da nord est, e ricavare un percorso ciclabile ai lati dell’aiuola che divide la carreggiata. Il comune prevede che i sei chilometri del tracciato da San Babila a Sesto San Giovanni saranno pronti entro luglio.

Un intervento simile verrà fatto anche in uno dei principali ingressi da ovest della città, fra via Zurigo e viale delle Legioni Romane. Anche in questo caso il tracciato si sovrappone esattamente a un altro braccio della linea rossa della metro.
Tutti gli altri interventi prevedono invece la parziale trasformazione di alcuni contro-viali abbassando il limite di velocità da 50 chilometri all’ora a 30: in questo modo diventerebbero un ambiente più protetto sia per le biciclette sia per i pedoni. Saranno abbassati i limiti di velocità sui controviali di viale Famagosta, viale Zara e viale Certosa, tre grosse strade a scorrimento veloce dove i controviali sono riservati soprattutto a scorciatoie e parcheggi.