Cultura e Società

Il giallo della morte di Sabrina Beccalli. Pasini ha ammesso di avere bruciato l’auto ma non ha confessato

Attorno alle 16 di venerdì, a metà dell’interrogatorio del gip Giulia Masci durato un’ora e mezza (Pasini era difeso dall’avvocato Paolo Sperolini), si è pensato a una confessione. Il movimento di carabinieri e Vigili del fuoco (con la zona delle rogge, a 300 metri dalla base delle ricerche, subito transennata) ha dato credito all’ipotesi di un’ammissione da parte del quarantenne. Nulla di tutto questo, anche se l’uomo, ha detto di avere incontrato la donna quella notte, di avere guidato l’auto e di averle dato fuoco. Non di avere ucciso Sabrina né, di conseguenza, di avere occultato il cadavere. Per tutto il pomeriggio le agenzie e a seguire i quotidiani, incluso il nostro, avevano ripreso la notizia di un possibile ritrovamento del corpo. Ma così al momento non è.

Incastrato dai tatuaggi

Alessandro Pasini è finito nei guai per un dettaglio immortalato dalle telecamere dei varchi elettronici di Vergonzana. I vestiti che indossava quando si è sbarazzato dell’auto di Sabrina Beccalli, la donna di 39 anni scomparsa dall’alba di Ferragosto, sono stati ritrovati a casa di Pasini nel corso della perquisizione dei Ris, confermando che l’uomo tatuato filmato era lui. La vasca di liquami attorno alla quale per ore si sono concentrate le ricerche non avrebbe offerto nuovi elementi. Ma quella di ieri resta la giornata più importante da quando Pasini è stato fermato con l’accusa di omicidio e distruzione del cadavere di Sabrina. Perché per la prima volta, dopo il silenzio di mercoledì, Alessandro ha parlato. Pur senza confessare. Nuovi elementi investigativi hanno portato i carabinieri a cercare nella zona di Vergonzana, vicino alla vasca e alle rogge.

La ricostruzione del procuratore capo Roberto Pellicano

Per gli inquirenti Pasini arriva nel pomeriggio di Ferragosto a Vergonzana, lascia l’auto di Sabrina e qui torna alle 21.30, filmato a bordo di un monopattino. Un’ora dopo i Vigili del fuoco vengono chiamati per spegnere l’incendio al mezzo. Rispetto al momento del fermo l’accusa si è rafforzata. Prove sarebbero emerse dalla perquisizione (non prevista nei piani iniziali) dell’abitazione della ex di Pasini. Qui l’indagato avrebbe trascorso alcune ore dopo la notte in cui Sabrina Beccalli è sparita, avendo con sé le chiavi, dato che la padrona di casa si trova in vacanza in Sicilia. Alcuni residenti del quartiere, con un tam tam social, vorrebbero organizzarsi per aiutare le ricerche, sospese però già da giovedì dalla Prefettura (quelle giudiziarie, mirate, non sono mai cessate).

I sandali trovati lungo il canale Vacchelli non apparterebbero a Sabrina. Sono stati riconosciuti dalle sorelle, secondo i pm, forse per una forte suggestione. Il badile potrebbe essere di un agricoltore. Rimane un mistero la presenza di un cane morto nella Panda. Infatti non era né di Sabrina né di Alessandro e non si è ancora capito a chi appartenesse. Pasini è conosciuto soltanto di vista dalla famiglia della trentenne, che aveva preferito tenere nascosta quell’amicizia considerata pericolosa. I pm parlano di “nuovi indizi personalizzati che riguardano il comportamento di Pasini, persona violenta e irascibile”. Per gli inquirenti si delineano i profili del delitto: non un agguato o un omicidio premeditato, ma un gesto improvviso, dopo un litigio.