Economia e Finanza

Richiamo UE all’Italia sulla questione nitrati in agricoltura

Nei giorni scorsi la Commissione Europea – come si legge in un comunicato ufficiale diffuso da Bruxelles – ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora, “concedendole due mesi per affrontare le carenze individuate per proteggere le acque dall’inquinamento da nitrati, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato”. La direttiva europea 676/91, nota anche come ‘direttiva Nitrati’, è al centro di una questione annosa che si ripropone periodicamente, in quanto si riferisce al delicato equilibrio esistente tra l’esercizio intensivo dell’attività zootecnica e le esigenze di tutela ambientale promosse dall’Unione Europea. Secondo la direttiva – come ribadisce la Commissione – i paesi membri dell’UE hanno l’obbligo di “monitorare le loro acque e identificare quelle che sono inquinate o potrebbero essere inquinate da nitrati provenienti da fonti agricole”.
“Da quasi trent’anni – ricorda Leonardo Bolis, presidente provinciale e regionale di Confai – gli allevamenti bovini e suini delle regioni ad alto tasso di sviluppo zootecnico, come la Lombardia, devono fare i conti con i forti vincoli imposti dalla direttiva europea e dalle norme che ne derivano. La nuova messa in mora da parte dell’UE non promette niente di buono e riapre ferite di fatto mai completamente sanate”.

“È pur vero che, soprattutto nell’ultimo decennio, il settore primario ha fatto grandi progressi sul piano ambientale – osserva Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo -. Oggigiorno l’agricoltura è un’attività sempre più sostenibile. In particolare, l’apporto della zootecnia alla produzione di azoto nitrico, oggetto della direttiva, è ormai sceso nettamente al di sotto del 10% del totale generato dall’insieme delle attività produttive e degli insediamenti umani”.

Ad ogni modo, a fronte del nuovo richiamo di Bruxelles, Confai invita ad un’assunzione generale di responsabilità affinché la nuova criticità costituisca uno stimolo ad investire ancor più sul binomio agricoltura-ambiente. “La nostra organizzazione – fa notare Bolis – ha da tempo proposto che istituzioni e imprese lavorino fianco a fianco su un grande piano d’azione che favorisca la nascita e il consolidamento di una pluralità di distretti agroenergetici. Di fronte al nuovo Green Deal europeo non è più il momento di combattere una battaglia di retroguardia. Al contrario, si deve puntare a moltiplicare gli investimenti in energia verde. In questa sfida il mondo agromeccanico sarà sicuramente in prima fila, pronto a fare la propria parte”.