Economia e Finanza

La nuova Pac nel quinquennio 2023-2027: la visione di Confai Bergamo

“Se da un lato la nuova Pac garantisce la continuità di un progetto comunitario pluridecennale di sostegno al settore primario e rafforza la sinergia tra agricoltura e ambiente, dall’altro stanno emergendo sempre maggiori perplessità circa la relazione tra costi e benefici di un sistema di aiuti pubblici che implica vincoli crescenti sul fronte degli oneri amministrativi e dei condizionamenti gestionali che le imprese agricole si trovano a sopportare”. Così Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo, aderente a CAI Agromec, ha commentato gli esiti del recente convegno sulla nuova Politica agricola europea organizzato dall’associazione che riunisce imprese agromeccaniche e agricole.

La relazione principale del convegno è stata tenuta dal dott. Ermanno Comegna, esperto in politica ed economia agraria, autore di un quadro esaustivo delle direttrici fondamentali che caratterizzano il nuovo ciclo della politica agricola comune. “Sotto molti punti di vista la nuova Pac comporta un considerevole aggravio degli adempimenti a carico degli imprenditori – ha sottolineato Comegna – al punto da indurre non pochi agricoltori a riflettere seriamente sull’opportunità di rinunciare al sostegno comunitario in cambio di una maggiore libertà gestionale e di una riduzione consistente del peso della burocrazia cui sono tenuti a sottostare”.

Riprendendo una riflessione che è frutto di approfondimenti in corso da alcuni mesi, Comegna ha voluto ricordare che in diversi paesi europei, tra cui l’Italia, circola con sempre maggiore insistenza l’ipotesi di una convenienza che alcune categorie di percettori di contributi comunitari potrebbero riscontrare nel rinunciare volontariamente alle provvidenze della Pac, considerando l’aumento delle regole da rispettare a fronte di una riduzione del contributo riconosciuto alle aziende agricole. Fasce tampone obbligatorie e sempre più ampie attorno alle zone coltivate, incremento della mole di dati da registrare e monitorare per l’utilizzo dei concimi, rafforzamento degli obblighi di rotazione delle colture, condizionalità ambientale rafforzata e condizionalità sociale: queste sono solo alcune delle restrizioni aggiuntive che l’Unione Europea – con un linguaggio pieno di tecnicismi che sfuggono alla comprensione dei non addetti ai lavori – ha imposto nella nuova programmazione della Pac.

Tra gli aspetti oggetto di riflessione durante la conferenza è emerso anche il ruolo delle cosiddette colture da sovescio, vale a dire le coltivazioni che è possibile realizzare nei periodi freddi, in cui il terreno rimarrebbe altrimenti inutilizzato, e che hanno l’effetto di restituire nutrimento ai campi in forma naturale. “Durante i lavori del convegno si è rilevato che attualmente le colture da sovescio non vengono considerate come colture secondarie – osserva il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -. Pertanto, secondo le regole vigenti, un’azienda che semina mais seguito da una coltura di questo tipo non ha la possibilità di seminare ancora mais nella campagna successiva. Al contrario, se anche le colture da sovescio venissero considerate colture secondarie, le aziende agricole potrebbero trarne un enorme vantaggio poiché, ad esempio, i maiscoltori potrebbero continuare a seminare mais di primo raccolto seguito da una di queste colture di riconosciuto pregio ambientale”.

Tra gli altri aspetti oggetto di critica, il convegno ha fatto emergere anche la scarsa coerenza dell’obbligo di lasciare il 4% della superficie agricola a riposo in una fase in cui le vicende internazionali evidenziano la necessità di compensare il minore import di materie prime da altri Paesi. Un dato non minore riguarda infine la mancata inclusione nel primo pilastro della Pac (che racchiude gli aiuti diretti al reddito degli agricoltori) delle tecniche di lavorazione su sodo, espressione con cui si indica in agricoltura un insieme di pratiche produttive assai rispettose dell’equilibrio naturale dei suoli e altamente funzionali nel contrasto al cambiamento climatico.