Economia e Finanza

Oratorio di San Protaso al Lorenteggio: la chiesa più piccola di Milano

Il nostro Paese ha nella sua conformazione territoriale una moltitudine di luoghi davvero particolari, tutti da scoprire. Per non parlare della nostra città, Milano, ricca di angoli nascosti e di chicche poco conosciute. Uno di questi è rappresentato dall’oratorio di San Protaso al Lorenteggio: nota anche come la chiesa più piccola di Milano. Una sorta, quindi, di pezzettino di Milano nascosta, anche se, ormai, sui social non è rarissimo vedere la foto di questo piccolo capolavoro. Andiamo pertanto a scoprire insieme questa location sacra lombarda, passando in rassegna storia, architettura, arte ed altre sue sfaccettature.

La storia dell’oratorio di San Protaso al Lorenteggio

Questo piccolissimo luogo spirituale ha antiche origini che risalgono all’anno 1000, circa. Nato fuori Milano, presso il sobborgo di Laurentiglio, fu eretto e portato avanti nella sua primissima fase d sviluppo dai monaci benedettini. Essi dedicarono tale luogo a San Protaso, vescovo di Milano del VIII secolo, figura divenuta così di riferimento. Una chiesa o oratorio che dir si voglia, anticamente luogo di culto dei contadini del borgo. Un punto nevralgico anche della lotta milanese tra Federico I di Svevia ed il popolo lombardo, che oppose resistenza proprio presso il Laurentiglio. Ecco dunque che il sovrano sostò, stando alle narrazioni storiche, in questa chiesa alla ricerca di un aiuto divino che gli assicurasse la vittoria. Fatti che si svilupparono proprio in questo modo, e che permisero all’oratorio di restare in piedi e di non essere abbattuto dall’invasore.

Tra le varie leggende che la riguardano, si narra che qui pregò il Barbarossa, o meglio Federico I figlio di Federico II, prima della Battaglia di Legnano e che fu uno dei luoghi di ritrovo per i Carbonari milanesi.

La chiesa ha negli anni avuto anche altre funzioni, non unicamente a sfondo religioso. Infatti nel periodo napoleonico, ad esempio, è stata usata come deposito di armi, o addirittura come luogo sicuro di cospirazione. Agli inizi del Novecento un evento miracoloso riportò l’oratorio di San Protaso alla sua originaria accezione sacra. Venendo poi agli anni 50’ ecco che questa chiesa funge da ispirazione a niente meno che Piero Mazzarella, grandissimo scrittore e poeta. Sempre in quegli anni viene utilizzata addirittura come fienile, attirando moltissime lucertole sulle sue pareti. Di qui il soprannome di Chiesa delle Lucertole. Negli anni recenti, poi, l’oratorio è stato al centro di un dibattito pubblico per il suo eventuale abbattimento. Cosa che è stata evitata grazie all’intervento e alla presa di posizione degli abitanti locali nonché dei contadini.

Lo stile architettonico ed artistico della chiesa di San Protaso

Dopo aver delineato la storia dell’oratorio più piccolo di Milano, esaminiamo ora da vicino la sua caratterizzazione architettonica ed artistica. Si tratta di una struttura di stampo romanico, con pianta rettangolare. Una facciata esterna che si basa su tetti in legno a cassettoni, finestre tonde, feritoie ogivali e porta con architrave di ingresso. L’illuminazione poi è del tutto naturale, penetrando dalle sopracitate finestre ampie, che rendono dunque gli interni della chiesa davvero luminosi. Proprio entrando all’interno poi si possono notare numerosi affreschi, che risalgono ad epoche diverse. Quello più rilevante e che cattura l’attenzione dell’occhio umano è di matrice medievale, e le sue origini sono da attestarsi intorno all’anno 1000, quindi quando nacque l’oratorio in questione. Tali affreschi raffigurano talvolta Santa Caterina da Siena, altre una crocefissione di San Giovanni Evangelista, altre ancora la Madonna del divino aiuto. Insomma elementi di ispirazione religiosa che si confanno alla perfezione con quella che da sempre è stata la natura di questa chiesa di Milano.

La chiesa delle lucertole

Ora passiamo ad una piccola curiosità legata all’oratorio di San Protaso nel milanese, ossia ad una denominazione ulteriore che è stata conferita a questo luogo sacro: “la chiesa delle lucertole”. Intorno agli anni 50’ infatti essendo tale chiesa circondata solo da campi e fauna selvatica, nella fattispecie appunto lucertole, assunse il nome di “Gesetta di Lusert” che sta per “chiesetta delle lucertole”. Una menzione particolare attribuita al suddetto oratorio da una penna autorevole come quella di Piero Mazzarella. Questi dedicò addirittura anche una canzone alla chiesa di San Protaso, e fu di ispirazione anche per altri suoi colleghi dell’epoca.

La chiesa e la figura di San Protaso

La figura di San Protaso è avvolta nel mistero e non è nemmeno certo il luogo di nascita tra probabili fake news – come il fatto che deriverebbe da una famiglia aristocratica, quella degli Algisi – e presunte decisioni prese in sua decenza, come quella dei concili di Milano del 345 e tra il 347 e il 348, in cui fu condannato Fotino di Sirmio: non si sa, infatti, se a gestire il tutto fu lui o il suo successore, il vescovo Eustorgio I. In ogni caso, però, a San Protaso è dedicato l’oratorio che prende proprio il suo nome, a Lorenteggio.

Milano, quindi, da sempre è sempre stata una città piena di misteri e, volendo essere più contemporanei, anche di incroci amorosi: il capoluogo lombardo, nel novembre 2023, è stato al centro di un gossip visto che il campione italiano di tennis Jannik Sinner fu immortalato allo stadio con la sua presunta ex. Non dovrebbe fare scalpore, però tra alcune curiosità su Jannik Sinner c’è il fatto che non sia proprio un donnaiolo ma abbia avuto ‘solo’ una ragazza.

La configurazione astronomica della chiesa di San Protaso

In ultimo andiamo a focalizzare l’attenzione su un aspetto legato all’astronomia, relativamente sempre alla chiesa di San Protaso. Stiamo parlando del fatto che essa non risulta allineata con l’asse della strada attualmente adiacente ad essa. Questo elemento architettonico è stato sempre visto con curiosità specie per ciò che concerne la declinazione astronomica. In realtà la si può vedere in maniera più pragmatica e cinica evidenziando il fatto che all’epoca della sua costruzione tale struttura era circondata unicamente da campagne. Una caratteristica, questa, che potrebbe spiegare il suo orientamento geografico disallineato rispetto a quella che è la direzione delle strade attigue. Del resto anticamente era prassi piuttosto comune quella di costruire non seguendo criteri architettonici come quelli che sono in voga oggi. Il tutto era molto più casuale e svincolato da parametri, riferimenti e canoni afferenti all’edilizia cittadina. In aggiunta, poi, anche lo scenario e contesto circondante la chiesa è mutato molto negli anni, dal 1000 in poi, e questo potrebbe aver inciso ulteriormente sul disallineamento.