Principle of hope a cura di Niron Bosmat al Mondadori Store Duomo
Domani, domenica 27 gennaio alle ore 12.00, in occasione della Giornata della Memoria, nello spazio eventi al 3° piano del Mondadori Store di piazza Duomo, a Milano, si inaugura la mostra Principle of Hope. Curata da Bosmat Niron – project manager Orit Yaghoubzadeh, con il Patrocinio della Comunità Ebraica di Milano. La mostra fa parte del progetto “St art. L’arte per tutti” di Mondadori Store curato da Angelo Crespi e dedicato all’arte contemporanea.
Princple of hope: l’idea della mostra
E’ quella di gettare “semi per il futuro”, rendendo la memoria di un evento tragico come l’Olocausto il terreno fecondo nel quale far crescere un nuovo modo di concepire il rapporto con il prossimo e la responsabilità che l’uomo ha nei confronti dell’umanità, del mondo, della natura. Questo è stato il tentativo, riuscito, della curatrice Bosmat Niron, una delle più riconosciute artiste israeliane a livello internazionale: collezionare una serie di artisti israeliani e italiani i cui lavori potessero comunicare in che modo l’arte e la bellezza contribuiscono ad ampliare i confini della tradizione culturale e iconografica legata all’Olocausto, trasformando il male in bene, l’orrendo in bello, lo sconforto in speranza.
L’obiettivo di questa antologia di artisti è inserire la memoria della Shoah in una dimensione sempre più culturale, accompagnando lo spettatore in un percorso finalizzato alla conoscenza reciproca delle differenze tra i popoli e le religioni che però, alla base, condividono il medesimo principio “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Giudaismo, Cristianesimo, Islam). Due presenze straordinarie daranno un ulteriore significativo contributo all’inaugurazione della mostra: Yoel Harel – internato da bambino insieme alla sua famiglia e sopravvissuto alla deportazione – che arriverà direttamente da Israele per essere presente all’apertura della mostra e la cui testimonianza diretta potrà dare un ulteriore contributo a questa nuova visione e la cantante lirica Elena Laino che eseguirà il “Va’ pensiero” di Giuseppe Verdi. L’opera, tratta dal Nabucco, narra la nostalgia e la speranza del popolo ebraico, ridotto in schiavitù, di tornare alla libertà di amare la propria terra, i propri valori e la propria fede in Javè.
Un forte richiamo nella Giornata della Memoria
Agli orrori dei lager nazisti, dei pogrom comunisti, delle stragi di ogni guerra politicizzata che i giovani e meno giovani non devono dimenticare. Anche il cibo, in questa mostra, rappresenta una forma d’arte particolare. Marzia Riva, foodblogger di Milano accreditata VEGANOK, specializzata in cucina vegana e crudista, promuove un’alimentazione sana basata su prodotti di origine vegetale, privilegiando le coltivazioni bio e stagionali, in modo etico e sostenibile. “Credo fortemente che il cibo sia uno dei mezzi più potenti di comunicazione. Crea unione, condivisione, cultura, facilita e consolida le relazioni. È legato all’evoluzione dell’uomo e alle sue tradizioni.
Il cibo a base vegetale è un cibo inclusivo perché abbatte le barriere e i confini e permette di essere tutti sullo stesso piano. Mi piace pensare a un cibo consapevole e virtuoso che sia buono per me, per gli altri, per il pianeta e per gli animali.
Quando vengo coinvolta nei progetti, penso che anche il cibo possa mandare un messaggio e rafforzare in maniera sinergica quanto proposto nell’evento. Per questo mi piace immaginare piatti che abbiano una storia. Per questa mostra ho pensato a cibi poveri, umili, studiando, oltre agli ingredienti, anche i colori e le consistenze e la loro presentazione. Piccoli bocconi che hanno qualcosa da raccontare, un cibo come esperienza in armonia nel contesto in cui si trova, creando un filo conduttore, un tutt’uno con la mostra stessa”.