La Casa della Carità di Seregno da sogno diventa un segno
Una porta aperta per tutta la città: questo l’obiettivo che si prefigge la Casa della Carità di Seregno, che sta muovendo i suoi primi passi facendo quasi uno slalom tra i mille ostacoli acuiti dalla pandemia.
Ipotizzata nel 2017all’interno del progetto pastorale della Comunità San Giovanni Paolo II – che dal 2014 vede riunite le sei parrocchie cittadine -, la Casa della Carità ha imboccato la strada che da “sogno” la farà diventare “segno” di una solidarietà a tutto campo, come ama sottolineare sempre il parroco, monsignor Bruno Molinari.
Tutto nasce nel 2019, quando la congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli – che dal 1930 gestiscono l’Istituto Pozzi, una realtà tuttora attiva, che ha accolto e fatto crescere generazioni di ragazze e madri in difficoltà, ha messo a disposizione l’edificio storico dell’ex convitto in via Alfieri. Lo scorso anno, nel 90° di fondazione dell’Istituto, l’immobile è stato concesso alla Comunità pastorale in comodato gratuito per nove anni rinnovabili.
Nella Casa della Carità troveranno posto attività già svolte in quegli spazi (il Centro di Ascolto Caritas, il Centro di Aiuto alla Vita, la raccolta e distribuzione di indumenti a cura della Conferenza San Vincenzo) e altre collocate in altri siti della città (il piano emergenza freddo invernale per senza dimora ospitato dall’Opera Don Orione, la mensa della solidarietà gestita dalla San Vincenzo, il servizio docce per indigenti, i corsi di italiano e di taglio e cucito per stranieri della scuola “Culture senza frontiere”, la distribuzione di pacchi viveri a famiglie in difficoltà a cura della Caritas cittadina). A esse si aggiungeranno un Emporio della solidarietà che andrà ad aggiungersi alla rete di Caritas Ambrosiana esistente in diocesi, e un ambulatorio medico e punto infermeria per bisognosi.
Presentata ai fedeli della Comunità pastorale nello scorso Avvento, la Casa della Carità ha subito raccolto consensi, adesioni e sostegno economico: oltre centomila euro tra offerte nelle chiese, donazioni e contributi al fondo istituito presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza.
Per sostenere gran parte delle opere di adeguamento della struttura per le nuove attività, un ulteriore, determinante contributo economico è poi giunto nelle scorse settimane dalla “Fondazione europea Guido Venosta, l’uomo contro il cancro”, nata nel 2000 per volontà di Guido Venosta, uno dei uno degli artefici dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che ha gestito dal 1966 al 1996. La Fondazione è ora presieduta dal nipote Giuseppe Caprotti. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria la Fondazione ha compiuto numerose donazioni sia per scopi solidali, sia per progetti nell’ambito della ricerca scientifica, tesi a fronteggiare il Covid-19. Parallelamente, nell’ottica della lotta alla povertà e del radicamento della famiglia Caprotti nel territorio brianzolo, ha già effettuato interventi ad Albiate, a Merate e nel Lecchese dove – con la Caritas Ambrosiana – l’anno scorso era stata aperta una struttura similare.
Fonte: chiesadimilano.it