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Osteopatia? Si, ma con prudenza

Riceviamo e pubblichiamo di seguito l’interessante articolo scientifico inviato alla nostra redazione da Luigi Ciullo – Presidente ADOE.

– La professione:
Da circa un anno l’Osteopatia è una professione sanitaria anche in Italia. L’apporto innovativo degli osteopati è stato identificato dal legislatore in abito preventivo mediante intervento manuale volto a ripristinare mobilità, elasticità e funzionalità delle strutture sofferenti. Trattasi di trattamenti complessi non riferibili solo ad azioni distrettuali, bensì orientati ad inquadrare la condizione di salute del soggetto con l’obiettivo di identificare le relazioni tra disfunzioni, la loro origine e le interconnessioni stabilitesi nel tempo come causa di alterazioni e dolori.
Quindi, oltre ad essere preventiva, l’Osteopatia è anche e soprattutto complementare. Ogni bravo osteopata, cioè, stabilisce relazioni interprofessionali con medici specialisti e altri operatori della salute allo scopo di condividere il progetto terapeutico ogni qualvolta sia necessario. Egli parla la loro stessa lingua e condivide metodi di cura e modalità operative.

– I professionisti:
Si può quindi immaginare quanto seria debba essere la preparazione degli osteopati alla base dell’esperienza clinica e per la sicurezza dei pazienti. Purtroppo, però, a fronte dell’istituzione della professione, in Italia non ci sono ancora i criteri per identificare i professionisti, né quelli per la loro formazione. Quindi, chiunque può dirsi osteopata col sostegno di questa o quella associazione: un paradosso che, si può immaginare, genera precarietà e rischio.

-I corsi di studio:
A completare il quadro, sono troppi i corsi di terapia manuale che formano diplomati o professionisti senza alcuna autorizzazione, alcun controllo o requisito di idoneità che non sia autoreferenziale. A differenza degli studi autorizzati in Italia nella stessa disciplina, questi corsi applicano l’IVA al 22% e, verosimilmente, non potranno garantire conformità pedagogica ai fini dell’iscrizione al futuro Albo professionale.
Quindi, in Italia sono molti e ancor più saranno gli osteopati sedicenti privi di crediti formativi e titoli di studio equipollenti. Oggi, alcuni di questi spettacolarizzano on line tecniche manuali, dichiarano disparate doti terapeutiche, ignorano elementari regole deontologiche e, come abbiamo visto anche durante la pandemia, si collocano ai margini degli obblighi di legge forti del loro ruolo indefinito. Per tali ragioni, la nostra Associazione tecnico-scientifica a tutela della salute e della dignità dell’Osteopatia rappresenta solo gli osteopati che svolgano esclusivamente questa professione, avendo frequentato corsi di studi autorizzati e disponendo di titolo europeo abilitante. E il rispetto di un complesso Codice Deontologico, ovvero delle leggi e delle regole vigenti, è condizione essenziale per conservare la stessa appartenenza malgrado il persistente vuoto normativo.

– Le prospettive:
In attesa che il legislatore completi finalmente l’iter parlamentare col riconoscimento dei professionisti, il nostro ruolo di vigilanza non può prescindere dall’incentivo alla prudenza, tanto nella scelta dell’osteopata quanto dei corsi di studio. L’Osteopatia, infatti, può essere una professione di grande utilità e soddisfazione, a patto che si tengano in considerazione le cautele più opportune.

Disponibili per contatti e consulenze all’indirizzo: info@adoe.it

Comitato Direttivo dell’Associazione tecnico-scientifica Degli Osteopati Esclusivi (ADOE)

Viale Innocenzo XI, 70
22100 Como
Tel. 031.275027 (mattino).