Economia e Finanza

La corona inglese vuole diventare il maggior investitore in Africa

Occhi puntati sull’Africa. Il Commonwealth si allarga. Dopo la Brexit l’obiettivo di Londra è quello di estendere la sua sfera di influenza ben oltre l’ex Impero. Il Regno Unito guarda all’Africa, nuovo terreno di investimenti. Il Regno Unito in Africa sta creando rapporti bilaterali incrementando i suoi investimenti ed espandendo il suo mercato. Vuole diventare il maggiore investitore sul continente africano e superare Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Giappone e Italia.

Il Commonwealth attualmente vanta 21 paesi africani e vuole crescere ancora nel continente nero. Il premier Liz Truss ha le idee chiare. Il Regno di Carlo III deve incrementare l’interscambio commerciale con le Nazioni del Commonwealth per contrastare la “grave minaccia della Cina ai nostri valori e al nostro modo di vivere”, e firmare accordi commerciali con “procedure accelerate” con gli Stati così da aiutare il Regno Unito e altre democrazie a “vincere la lotta contro gli stati autoritari”. Truss ritiene che legami economici più stretti aiuteranno ad annullare lo schema della Belt and road della Cina in base alla quale Pechino ha finanziato progetti in numerosi paesi in via di sviluppo che si sono rivelati come una “coercizione economica”.

Il Commonwealth è il più grande gruppo di nazioni che non coinvolge la Russia o la Cina e gli conferisce, sono parole della Truss, “un peso crescente sulla scena mondiale”. Già oggi il commercio tra le Nazioni componenti vale 700 miliardi di dollari. L’obiettivo, anche guardando gli ultimi ingressi, Togo e Gabon, è di superare i 2 trilioni di dollari entro il 2030. Il Commonwealth è un’organizzazione che conta 56 nazioni per un totale di 2,5 miliardi di abitanti, con un Prodotto interno lordo che si prevede salirà a 19,5 trilioni di dollari nei prossimi 5 anni.

Tuttavia Londra guarda all’economia e meno alla democrazia. Il Gabon è una monarchia governata da sempre dalla dinastia dei Bongo Ondimba, padre e figlio. In Togo l’attuale presidente, Faure Gnassingbè detiene il potere dal 2005, ma lo ha eredito dal padre che lo gestiva in maniera dittatoriale dal colpo di stato del 1967.

In Rwanda, che ha ospitato l’ultimo vertice del Commonwealth a fine giugno 2022,  nelle carceri ci sono detenuti oppositori, giornalisti indipendenti e youtuber critici con le autorità ruandesi. Paul Kagame è presidente del Rwanda dal 1994 quando entrò a Kigali da trionfatore e liberatore, ha modificato la Costituzione così da permettergli di governare il paese fino al 2034.

Il Camerun è “guidato” dal 1982 da Paul Biya, ma se aggiungiamo i sette anni da primo ministro, 1975-1982, è al potere da 47 anni. Con l’uscita dall’Unione europea, Londra sembra ha mani libere, tanto da accettare nell’organizzazione membri che non hanno legami storici con il Regno Unito. Il Gabon, che si affaccia sul Golfo di Guinea, è un paese con una superficie boscosa molto rilevante ed è destinato a svolgere un ruolo importante nel commercio dei crediti di carbonio per combattere il cambiamento climatico.