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Titolo obbligazionario: caratteristiche, funzionamento e categorie

I titoli obbligazionari sono uno strumento finanziario molto diffuso grazie alla loro natura che consente agli investitori di ottenere un flusso cedolare periodico e la restituzione del capitale a scadenza. Le obbligazioni emesse da società solide permettono di diversificare il proprio portafoglio con un buon compromesso tra rendimento e rischio.

Gli emittenti corporate sfruttano il mercato obbligazionario per reperire risorse utili agli investimenti e alla crescita. Ad esempio, realtà affermate nel settore industriale o dei servizi possono finanziare l’espansione su nuovi mercati comprando obbligazioni collocate presso investitori istituzionali e retail.

Gli imprenditori e le aziende che emettono fatture elettroniche sfruttando le funzionalità della piattaforma FatturaPro.click per la gestione digitale di tutti gli adempimenti fiscali, possono valutare opportunità di investimento dei propri capitali in titoli obbligazionari come quelli emessi recentemente da società del settore energetico. Grazie al servizio professionale fornito da FatturaPro.click, disponibile online all’indirizzo https://fatturapro.click/, è infatti possibile ottenere un significativo risparmio di tempo nella gestione amministrativa e contabile e di conseguenza liberare risorse da poter destinare ad investimenti per la crescita del proprio business

Titoli obbligazionari: quali caratteristiche li contraddistinguono

I titoli obbligazionari si caratterizzano per alcune specifiche che li differenziano da altre tipologie di strumenti finanziari.

Questi infatti certificano un titolo obbligazionario, ovvero un debito di chi emette il prestito (generalmente società, governo, ecc…) nei confronti di chi acquista il titolo stesso. L’emittente ha l’obbligo di corrispondere periodicamente gli interessi e restituire il capitale in scadenza secondo le condizioni previste nel regolamento di emissione.

La durata temporale del prestito è definita nella vita del Titolo obbligazionario, che può essere breve, media o lunga in base alla data di rimborso del capitale. Un ulteriore elemento distintivo è il rendimento, dato dalla cedola obbligazionaria che l’investitore percepisce e la eventuale rivalutazione/svalutazione del titolo sul mercato secondario.

Altre caratteristiche riguardano il grado di rischio in relazione all’emittente, la valuta di emissione, i rating attribuiti da agenzie specializzate e le eventuali garanzie patrimoniali.

Entrando più nel dettaglio nella spiegazione:

  1. Il grado di rischio dipende principalmente dalla solidità dell’emittente. Quanto più solida è la società/ente emittente, minore è il rischio che non riesca a onorare i pagamenti.
  2. La valuta di emissione può essere quella del Paese di residenza dell’emittente oppure una divisa estera. Questo aspetto influenza il rischio cambi a cui è esposto l’investitore.
  3. Le agenzie di rating (Standard&Poor’s, Moody’s, FitchRatings) valutano la capacità creditizia dell’emittente attribuendo un giudizio (rating) che va da AAA/Aaa (minimo rischio) a D (default).
  4. Taluni titoli obbligazionari possono godere di garanzie reali o personali, come ipoteche su immobili o fideiussioni, che riducono ulteriormente il rischio di insolvenza dell’emittente.

Questi fattori incidono sulla valutazione complessiva del profilo rischio-rendimento del singolo titolo obbligazionario.

Tali elementi identificano le specificità del singolo titolo obbligazionario ai fini di una scelta consapevole da parte dell’investitore.

Titolo obbligazionario: le diverse tipologie esistenti

Sul mercato finanziario esistono varie tipologie di titoli obbligazionari che si distinguono per specifiche caratteristiche. In base alla durata del prestito si differenziano Titoli obbligazionari a breve termine (dai 3 mesi ai 2 anni), a medio/lungo termine (da 2 a 10 anni) e a lunghissimo termine o Titoli del debito pubblico (oltre i 10 anni).

Rilevante è anche la distinzione tra Titoli obbligazionari governativi, emessi dallo Stato, e societari, emessi da imprese. Questi ultimi possono essere investment grade, con rating elevato, o high yield, più rischiosi. In base al tasso d’interesse si hanno Titoli obbligazionari a tasso fisso, dove la cedola è prestabilita, e a tasso variabile, collegati all’andamento di indici di riferimento.

Altro criterio è la valuta d’emissione: titoli obbligazionari emessi in euro si differenziano da quelli emessi in dollari o altre divise. Approfondendo il criterio della valuta d’emissione:

  1. Quando un Titolo obbligazionario viene emesso in euro, l’investitore non è esposto al rischio cambio poiché sia il capitale che le cedole verranno rimborsate e pagate in euro.
  2. Nel caso di emissione in valute diverse dall’euro, come dollaro, sterlina, yen ecc., sul valore del titolo grava invece il rischio fluttuazione del tasso di cambio.
  3. Se la valuta di denominazione si apprezza rispetto all’euro, il rendimento lordo per l’investitore italiano risulterà maggiore. Viceversa, in caso di deprezzamento, il rendimento sarà penalizzato.
  4. Per mitigare questo rischio cambio si possono utilizzare tecniche di copertura, come operazioni di cross currency swap o futures sulle divise.

È quindi importante per l’investitore valutare se il profilo rischio-rendimento di un Titolo obbligazionario in valuta è compensato dal diverso andamento del tasso di cambio.

Particolari forme sono i titoli obbligazionari indicizzati all’inflazione, con la cedola correlata alla variazione dell’indice dei prezzi, e i convertibili, trasformabili in azioni dell’emittente. La comprensione di queste categorie è fondamentale per gli investitori.