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Milano largo Isarco: ecco la ristorante Torre di Prada

In largo Isarco si erge Torre. Tre piani e una terrazza che domina Milano. Un’esperienza tra reale, estetica, arte culinaria ed intelletto. E’ la nuova Torre di Fondazione Prada, il ristorante più suggestivo.

La Torre: il suo fascino

Il parallelepipedo è di vetro e cemento chiaro. Offre infatti ciascuno dei suoi piani ad un’esposizione differente. Cioè è possibile anche mediante il rompicapo architettonico cui sono sottoposte la pianta, l’altezza e l’orientamento di ciascun piano. La Torre è edificata sullo scheletro di una distilleria degli anni ’10. Sortita dalla mente di Rem Koolhaas. Insieme con Chris van Duijn e Federico Pompignoli, dello studio OMA, ha progettato i 2 mila metri quadri di questa ascesa verticale. Sono 9 piani che danno spazio ad opere e istallazioni. Ci sono quelle di Damien Hirst, Jeff Koons, Pino Pascali, William N. Copley, Goshka Macuga, John Wesley, Walter De Maria e Lucio Fontana.

L’opera architettonica

Offre un’infinita serie di combinazioni possibili comprese le variabili più edonistiche. Si tratta del ristorante Torre. Sono ben 215 m2 a strapiombo su Milano. Ci sono arredi come boiserie in legno di noce. Il rivestimento è in canapa. Il suo parquet vanta una storia unica. Sono infatti gli originali del primo Four Seasons di New York. Sono stati acquisti ad un’asta nel 2015 dalla famiglia Prada. Completano l’atmosfera leziosi i divanetti e sedute blu cobalto. C’è un solenne camino attorniato da poltroncine Soviet. Ci sono anche i tavolini Tulip di Eero Saarinen e una scenografica bottigliera sospesa del bar.

Il menù

Un totale di 84 coperti, sfalsati su tre livelli, più i 20 della terrazza, di 160 m2, con su Milano. C’è lo chef’s table con vista sulla cucina. Presiede ad una saletta riservata e a una terrazza di pertinenza. Modularità e composizione si inseriscono in un contesto di grande complessità conciliandosi da un punto di vista gastronomico.

La cucina è coordinata dallo chef Fabio Cucchelli, maestro nella traduzione della tradizione culinaria italiana dalle cucine delle più grandi navi al mondo. Ha saputo dare un’impronta culinaria non solo nazionale, ma anche sovranazionale all’intero progetto. Esso godrà delle aperture multidisciplinari e multietniche promesse dal progetto CARE’S Chef under 30. Si fa eco alla rassegna di cucina etica ideata da Norbert Niederkofler e Massimo Ferretti. Vedrà qui l’alternarsi, 4 o 5 volte l’anno, di chef in arrivo da tutto il mondo. Gli chef internazionali affiancheranno Cucchelli secondo i propri stili, le proprie tecniche, il proprio immaginario. Uno e più ristoranti nel ristorante. L’esperienza di sintesi reale tra estetica, intelletto e arte culinaria.